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Hannoversche Allgemeine Zeitung

 

Hannoversche Allgemeine Zeitung n° 149 29.06.2000

Mauss ritiene che Düe sia colpevole

Hannover (sw). L’ex agente dell’ufficio criminale federale Werner Mauss ritiene che il gioielliere René Düe sia colpevole di una frode nei confronti della propria assicurazione. Mauss difende i suoi metodi, che nel 1982, in qualità di agente segreto, aveva applicato contro Düe:

 

“Non ho commesso alcun errore”.

Il sorprendente ritrovamento di gioielli nel centro storico della città ha nuovamente suscitato suspence per il giallo Düe. Ora anche l’agente Werner Mauss, che nel 1982 aveva avuto un ruolo centrale nel caso, si pronuncia in proposito. Sotto il falso nome di Claude, egli entrò a far parte dell’entourage del gioielliere per provare la frode nei confronti della sua assicurazione. Successivamente Mauss venne smascherato – e da allora si è guadagnato la fama di essere uno che che lavora con metodi poco puliti.

Il nome di Mauss finisce continuamente sui titoli dei giornali. L’ultima volta, in Colombia nel 1988, è stato accusato di aver riscattato alcuni ostaggi in mano alle forze della guerilla senza avvisare il governo. Alla fine venne assolto. Fino ad oggi Mauss resta una figura avvolta dal mistero. Alla domanda: “Dove risiede?”, egli risponde sbrigativamente: “In Germania”: Ha ancora le mani in pasta nel caso Düe?

Mauss rifiuta indignato di rispondere a domande a tal proposito. Il redattore del HAZ Stefan Wittke ha intrattenuto una conversazione con Werner Mauss.

I gioielli di René Düe, che si ritenevano rubati, sono stati ritrovati nell’ex officina di suo padre. Per lei questo è un trionfo anche se in ritardo?

Nei miei 30 anni di lavoro in qualità di agente segreto non mi sono mai sentito un trionfatore. Ed è tutt’oggi così. E’ vero che il luogo del ritrovamento ha confermato il sospetto della polizia, del procuratore di stato e dell’ufficio criminale del Land. Düe aveva simulato la rapina, è colpevole.

E’ ormai da molto tempo che non ha più a che vedere con il caso, per quale motivo le interessano ancora questi fatti?
Per parecchi anni, nel caso Düe sono stato erroneamente messo alla berlina da determinati giornalisti. Adesso il risultato delle indagini di allora dovrebbe essere confermato. Chiaramente ci tengo molto che sia reso noto che le indagini di allora condotte dalla polizia e da me stesso erano legittime e conformemente all’ordinamento giuridico. Il procuratore di stato Hans-Jürgen Grasemann è riuscito a far sì che nel processo di Braunschweig Düe venisse assolto e che la polizia, in seguito, venisse accusata di persecuzione dell’apparente innocente Düe: tutto ciò a torto, come è stato definitivamente dimostrato oggi. Gli agenti di polizia ed io abbiamo sofferto molto per questa accusa.

 

In questo giallo poliziesco lei viene considerato un personaggio chiave, e non per niente Düe ad Hannover all’inizio venne condannato grazie alle sue indagini, tuttavia poi venne assolto a Braunschweig. Il processo di Hannover è stato caratterizzato da alcune “manipolazioni”, così si dice tuttora a Branschweig. Quali errori ha commesso in quei momenti?

Lavorando come agente segreto mi sono impegnato utilizzando la mia esperienza e le mie conoscenze psicologiche affinché il caso Düe venisse affrontato congiuntamente da parte di diverse forze. Le indagini sono state condotte dall’ufficio criminale del Land. Questo già testimonia di per sé che io ho seguito solo una delle tante tracce. Ho semplicemente cercato di instaurare il contatto diretto con Düe e tutte le mie mosse erano coordinate e autorizzate preventivamente in accordo con la polizia e la procura di stato. Pertanto ritengo di non aver commesso alcun errore.

E’ sempre convinto che i suoi metodi e quelli della polizia fossero conformi all’ordinamento giuridico dello stato di diritto?
I miei metodi sono stati corretti. Se si riferisce alle microspie applicate per spiare Düe in Francia, le posso dire: sì, Düe è stato intercettato, tuttavia solo all’estero e inoltre non da me, bensì dalla polizia. Questo fu possibile, per quanto ne so, grazie ad una richiesta di assistenza legale rivolta alla Francia con la collaborazione di un giudice istruttore francese. Il fatto che allora tali misure fossero contestabili in Germania, non mi era noto. Ai sensi della legge attuale, tali misure sarebbero ammissibili anche in Germania.

Il Land della Bassa Sassonia ha pagato a Düe, in seguito alla sua assoluzione, un elevato risarcimento danni per la sua detenzione di più di due anni. Cosa pensa di questa decisione con il a distanza di tempo?

Nel 1983 René Düe fu condannato in prima istanza a sette anni. In seguito alla sua assoluzione del 1989, il tribunale di Hannover, nel 1992, ha respinto per frode la sua richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’assicurazione Mannheimer Versicherung. La sentenza è stata confermata dalla Corte Suprema Federale. I giudici considerarono Düe colpevole, perché nel 1982 mi aveva consegnato dei gioielli che precedentemente erano stati dichiarati rubati. A causa di questa sentenza aveva perso ogni diritto di risarcimento danni. Non riesco tuttavia a capacitarmi di come il Land della Bassa Sassonia abbia, in ogni caso, pagato a Düe 2,5 milioni di Marchi.
Che cosa pensa che la procura di stato debba fare oggi per risolvere definitivamente il caso Düe?

Credo che la polizia e la procura di stato abbiano intrapreso i passi giusti che confermeranno la correttezza dei risultati delle indagini effettuate a quel tempo dai loro colleghi. Secondo me si devono compiere ulteriori indagini in merito agli indizi che portano al presunto ordine di omicidio in Turchia.
Se si riferisce all’omicidio negoziato ad Istanbul, significa che imputa a René Düe non solo la frode assicurativa , bensì anche il concorso di colpa in un omicidio. Ho conosciuto René Düe sotto le vesti di un lesto truffatore. Nel 1982 ha cercato di spostare a sangue freddo il sospetto che ricadeva su di lui verso il suo fornitore principale che si trovava a New York. Se Düe sia anche in grado di conferire un ordine di omicidio, questo non lo so.

Crede che tra non molto la procura di stato la interrogherà nuovamente in qualità di testimone?


Non saprei dire. In ogni caso, per me non sussiste alcun problema nel mettere a verbale le mie conoscenze in merito al caso.

Con la gentile autorizzazione della casa editrice

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